martedì 1 giugno 2010

LAST BUT NOT LEAST...COMMENTO AL BLOG!

A distanza di 3 mesi dal nostro primo post, e al (per ora!) termine di questa esperienza di blog decisamente particolare, non ci resta che fare un bilancio di quello che abbiamo appreso sul computer attraverso questo modo così decisamente fuori dal comune di fare l'”esame di informatica”!

Occorre anche ricordare, prima di aggiungere qualsiasi cosa, che io sottoscritta Elisa Cioni (e forse il mio collega Andrea sarà solidale con me) faccio parte della categoria Zoccolo Duro molto più intensamente di quanto io stessa creda, e forse non me ne staccherò mai del tutto, nonostante l'impegno per evolvere tecnologicamente...


Personalmente però devo ammettere che non è stato male...


In fondo non mi ero mai cimentata in qualcosa del genere, e soprattutto all'inizio ho trovato delle difficoltà...non solo per capire come era organizzato un blog, come sfruttarlo al meglio ecc., ma anche per decidere cosa inserire in questa sorta di “diario personale online” che potesse essere piacevole ed interessante anche a lettori esterni...

Sia io che Andrea abbiamo cercato di mettere insieme i nostri interessi comuni, soprattutto in termini di libri e film, per pubblicare post di volta in volta inerenti a trame di romanzi o trailer di film, ma che avessero tutti (o quasi) un filo comune: l'amore e la passione per la scienza medica, per tutto quello che essa rappresenta per chi ha bisogno e per chi, come noi, desidera imparare ad essere un Medico con la M maiuscola, preparato in quanto laureato in Medicina, ma al contempo presente e solidale in quanto uomo...nonostante il nostro essere piccoli davanti ai grandi eventi del mondo (e il titolo del blog, “Hobbiville Medical Division” rappresenta anche questo!)


In questo senso fare il blog e seguire gli assignment del prof è stato utile per scoprire siti, e dunque nuove opportunità, per tenersi informati e aggiornati, o anche solo per comprendere meglio cose non capite...mi riferisco a PubMed, che mi ha dato l'impressione di essere una fonte interessante di informazioni, da tenere senz'altro di conto per il futuro!


Ovviamente tra i post non sono mancati quelli più scherzosi e irriverenti, per non dire stupidi – ma in fondo siamo solo dei ventenni senza cervello, e non riusciamo a fare i seri troppo a lungo!! :p


Insomma, un'esperienza che, dati i presupposti di “esame di informatica”, è stata direi inaspettata e sorprendente...ma non certo negativa!!! :D


Ok.. ora, diciamoci la verità: quello di serio che c'era da dire lo ha detto l'Elisa (si, lo so, da un ex classicista forse non ci si aspetterebbe un articolo davanti ad un nome proprio di persona, ma io son toscano, per la precisione di quel buco di Campi Bisenzio, ergo, passatemelo) e quindi a me non rimane che tirare le somme della parte scherzosa.

Lavorare a questo blog è stato un po' come mettersi a nudo davanti alla nostra incapacità totale di gestire il mondo informatico ed i suoi molteplici linguaggi. Vincenzo Bello, quel cotonoso cesto di capelli (ormai fuggiti e rimpiazzata da un look militaresco) che affettuosamente abbiamo soprannominato Professore Onorario di Informatica, potrà benissimo testimoniare lo "sclero" di cui siamo stati pure protagonisti io e la mia collega in aula informatica il giorno che, per somma grazia del suddetto (Dio lo abbia in gloria) siamo riusciti a strapparla alle vincolanti limitazioni burocratiche pur di fare gli assignment commissionatici; e con lui forse potranno testimoniare anche i nostri altri colleghi che hanno dovuto sorbire le urla dell'esimia che non riusciva a gestire il mouse di uno dei computer...


Mettersi però a nudo di fronte a questa incapacità è servito a farci imparare due cose fondamentali, a mio avviso. Una, la più importante: non fermarsi. Per quanto il lavoro possa essere difficile, complesso, noioso perché non siamo capaci di svolgerlo (e per questo, come la famosa volpe con la famosa uva, diciamo che è noioso appunto, inutile, poco appetibile)...

Ma l'altra grande scoperta che ci si presenta davanti, che ci ha accompagnato in questo cammino è stata, almeno per me, la realizzazione che l'autoironia che si è in me sviluppata nell'affrontare un compito così atipico è una grande risorsa. Imparare a ridere anche di ciò che non siamo in grado di fare, imparare a non aver paura di ammettere i propri limiti, a confessarsi "abitanti di Zoccolodurolandia" fuggiaschi e clandestini nella terra di "Sol'informaticalaelasopureapplicarelandia" e scoprirsi, poi, almeno lontanamente imparentati con questi ultimi.. beh, signori, fa un bell'effetto...


Soprattutto a quest'esperienza va un merito indiscutibile: insegna di certo a fare le cose in modo atipico... anche perché molte volte, fare le cose come "si deve" non è il modo migliore per farle...



Elisa ed Andrea...